STREAM OF CONSCIIUSNESS - Argomenti filosofici a cura di Roberto Zadik .- Ogni giovedì sul tuo blog!!
In questo numero: Il Silenzio e la Parola
Sono sempre stato affascinato dalle
persone riservate e un po' ombrose ma io sono un inguaribile
chiacchierone anche se ho i miei momenti di "stanca" come
molti. La parola è nella tradizione letteraria come il silenzio un
argomento molto trattato e anche in musica abbondano canzoni dedicate
a queste due dimensioni. Da "The sound of silente" di Simon
and Garfunkel, a "Words" dei Bee Gees fino a "Pensieri
e Parole" di Battisti, il fascino del verbo e del "bel
tacer che non fu mai scritto" come diceva Dante sono temi
ricorrenti nella cultura, nella storia del pensiero, i filosofi
medioevali erano quasi tutti per il silenzio, così come fra la
gente. Spesso sento dire “Ma quanto parli”, “Parli sempre!”.
Si sgrida di più chi parla che chi tace, ma entrambi gli estremi
sono complicati da gestire e il grande Carl Jung, padre della
psicanalisi con Freud e Fromm scrisse l’interessante volume “Tipi
psicologici” dove analizza gli introversi e gli estroversi. Ma
quando parlare e quando tacere? Il mondo, secondo la mia modesta
opinione, molte volte si divide in chi straparla, sparla degli altri
e risulta spesso invadente o dannoso e secondo quanto insegna la
tradizione ebraica, la maldicenza è un peccato molto grave, e fra
persone che sembrano nate per tacere, per esprimersi a monosillabi e
anche questo è altrettanto estremo e diffuso.
Poche e preziose
sono le vie di mezzo che ci sono e meno male che esistono. La parola
viene molto valorizzata nella comunicazione commerciale e
pubblicitaria e ci sono professioni di vendita e mestieri, dal
consulente, al giornalista, all’avvocato che si basano sulla
comunicazione. Un tempo anche scrivere e il giornalismo avevano molta
importanza, lo chiamavano addirittura "Il quarto Potere"
secondo il classico del grande Orson Welles. Ora sembra che tutto sia
cambiato nel diluvio di social network, di media, di news e di
frecciate che imperversano nella immensa rete da pesca del web dove è
facile venire risucchiati da banalità, aggressività, volgarità
varie così come da informazioni interessanti ma tutto sommato
inutili. Il silenzio e la parola sono due mondi e non solo due
atmosfere. Bisogna però conoscere bene il valore delle parole, che
possono essere terapeutiche, ispiratrici e entusiasmanti, così come
ferire, offendere, illudere come poche altre armi e sostanze
chimiche. In tema di silenzi, sapere tacere è una virtù ma non va
sopravvalutata e bisogna capire quando come si dice “il silenzio è
d’oro” e quando invece come dico scherzando è di latta o
arrugginito e rischioso. Elogiato dai mistici delle tre grandi
religioni, dalla saggezza orientale e da filosofi e letterati, la
scrittrice e poetessa americana Emily Dickinson intitolò un volume
“Silenzi” a scrittori e poeti, esso presenta, però, anche molti
rischi. Molto pesante in compagnia, disagevole anche in coppia,
quando c’è una brutta notizia la gente tende a chiudersi. Parlare,
esprimere, descrivere possono essere rimedi contro la depressione,
l’aggressività e la passività. Però bisogna rispettare gli altri
e in situazioni gravi, delicati, difficili è bene stare zitti per
evitare di dire cose spiacevoli o inopportune che possono peggiorare
terribilmente il contesto in cui ci si trova. Le cosiddette gaffes, i
pettegolezzi, la maldicenza, ,sono tipiche degenerazioni della
parola. Viviamo di parole e di silenzio, leggere e guardare film sono
meravigliose oasi di silenzio dove coltivare l’intelletto e
l’immaginazione. Scrivere e osservare, pregare e studiare hanno
bisogno di quiete metabolizzando riflessioni e opinioni. Siamo nati
per parlare ma momenti di silenzio e di solitudine ci fanno crescere
se usati correttamente e bisogna stare attenti a quello che diciamo e
a chi ci rivolgiamo. Infatti le parole possono sprofondarci, nella
frivolezza o nella volgarità o nella crudeltà se parliamo in
maniera superba o superficiale o per sminuire il prossimo oppure
affogarci nell’apatia e nella depressione, non esprimendo nulla o
parlando il minimo indispensabile. Silenzio e parola, reazione e
attesa, non sono solo mondi e concetti, citazioni e discorsi astratti
ma basi della vita e della nostra quotidianità e per questo è
fondamentale capire quando parlare e come e a chi e quando tacere.
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