“Ostinata passione” porta in scena il documentarismo di Cecilia Mangini e la condizione della donna nel Secondo Dopoguerra

Il teatro si fa strumento di una profonda analisi cinematografica domenica 12 febbraio, alle ore 18:00, presso il Frantoio Simone di Bisceglie, via sant’Andrea 47, con “Ostinata passione”, spettacolo inserito nella sezione “Effetti Collaterali” condivisa dall’Associazione Linea d’Onda e dalla stagione del Sistema Garibardi di Bisceglie diretta da Carlo Bruni. La produzione teatrale, targata Malalingua, sarà dunque ospitata all’interno di una suggestiva location per raccontare l’Italia del dopoguerra, con particolare riferimento alla condizione della donna da un punto di vista sociale e lavorativo, attraverso gli occhi della regista cinematografica Cecilia Mangini. Una contaminazione fra l’arte drammatica e quella di un impegnato cinema documentarista. Questa la carta vincente di “Ostinata passione”, un testo di Marianna de Pinto, tratto dal saggio di Gianluca Sciannameo “Con ostinata Passione”, che la stessa de Pinto interpreterà con la supervisione artistica di Marco Grossi. Un dialogo continuo fra la scena teatrale e le proiezioni che le faranno da sfondo, reso possibile grazie ad il contributo video e luci di Gennaro de Pinto.

L’Italia della seconda metà degli anni Cinquanta, un’epoca ricca di cambiamenti e tensioni, è, dunque, il contesto storico all’interno del quale si inserisce il dialogo fra due donne, protagoniste dello spettacolo, testimoni del proprio tempo e della loro condizione. Da un lato gli occhi di un’intellettuale, la prima documentarista d’Italia, Cecilia Mangini, testarda ed anticonformista, che attraverso il tentativo costante di raccontare un mondo che va scomparendo, conduce un’appassionata lotta culturale. Dall’altro quelli di una donna comune, Elisa, un’antieroina che ha subito la Storia senza prenderne parte attivamente ma la cui testimonianza divine altrettanto indispensabile per comprendere la complessità di un’epoca.

Particolarmente significativa la riflessione, che Marianna de Pinto e Marco Grossi hanno voluto portare in scena, sulla figura femminile e sul ruolo che essa assume nel contesto della famiglia con il boom economico del Secondo Dopoguerra e la grande rivoluzione dei costumi che ne seguì. Alcune date emblematiche sono di riferimento per il testo teatrale, che riflette, nella storia di Cecilia Mangini, lo spaccato fra il 1927 ed il 1975. Anni che videro tappe fondamentali dell’evoluzione del ruolo della donna nel contesto famigliare a partire dai Decreti Regi all’istituzione del Codice della Famiglia, nel ’42, fino ad arrivare alla sua riscrittura nel ’75 che sancì la parità dei sessi fra due coniugi. Una reporter coraggiosa, la Mangini, che riesce a rivendicare e difendere la propria identità e libertà di donna e di artista venendo restituita da un’appassionata Marianna de Pinto, attrice che, con Marco Grossi, custodisce ormai da tempo Malalingua Teatro: formazione pugliese capace di cucire opere di preziosa fattura.

Così l’autrice ed interprete della pièce spiega il messaggio racchiuso dal testo teatrale:
<<In questo spettacolo si incontrano due donne: Cecilia Mangini che ha, non solo documentato, ma scritto la storia del nostro Paese, ed Elisa, donna comune che a quella Storia ha cercato di sopravvivere portando con sé la sapienza senza tempo di un universo femminile in cui affondano le radici della nostra terra. Metterle in dialogo è un modo per ricomporre un passato in cui è necessario specchiarsi>>.

Marianna de Pinto, diplomata presso l'Accademia d'Arte Drammatica S. D'Amico di Roma vanta collaborazioni con importanti teatri d’Italia quali Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, lo Stabile d'Innovazione L'Uovo de L'Aquila ed il Teatro Litta di Milano. Da due anni ricopre il ruolo di assistente alla regia di Antonio Calenda, fra i più prolifici registi del panorama teatrale italiano. Negli ultimi 7 anni matura, inoltre, esperienza come pedagoga teatrale nell’ambito dei laboratori condotti presso l’Associazione Malalingua da lei fondata e diretta insieme a Marco Grossi. Anch’egli diplomato presso Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, svolge attività di pedagogo, regista e organizzatore teatrale, avendo alle spalle una carriera artistica al fianco di grandi nomi quali Franco BranciaroliLuca RonconiGabriele Lavia.
Per poter assistere allo spettacolo “Ostinata passione” è necessario prenotare scrivendo all’indirizzo e - mail info.lineadonda@gmail.com, o telefonando al 338.1425827
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